Un secrétaire a Palazzo Isimbardi

Disegnatore della bottega di Giuseppe MaggioliniCanestra con girali e delfini, 1797. Grafite, penna e acquerello su carta bianca, mm. 263×398. Milano, Gabinetto dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano, Raccolta Maggiolini, Inv. C 276

Giuseppe Maggiolini, Secrétaire, 1796-1797
Fusto in legno di noce e abete intarsiato in palissandro, bois de rose, bois de violette, mogano, acero, acero tinto verde, bosso, noce e altri legno non correttamente identificabili.
Milano, Palazzo Isimbardi

Bibliografia:
G. BerettiGiuseppe e Carlo Francesco Maggiolini, l’officina del Neoclassicismo, Milano 1994, pp. 118-121

Disegnatore della bottega di Giuseppe MaggioliniVaso biansato con girali vegetali, 1796 ca. Grafite, penna e acquerello su carta bianca, mm. 375×231. Milano, Gabinetto dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano, Raccolta Maggiolini, Inv. B 180

Non è raro che sui fogli che compongono il Fondo Maggiolini, la raccolta degli oltre duemila disegni e progetti provenienti dalla bottega del celebre ebanista, compaiano preziose informazioni. E’ il caso di un disegno (Inv. C 276)[1] che traccia la metà destra di un motivo decorativo: una canestra sorretta da un cespo di acanto dal quale emerge un delfino e si sviluppano sul lato ampi girali di rose. Sul foglio, in alto a destra, compare l’iscrizione “2 Tavola Segreter 1797 Ap.le / alle Ante abasso le due teste cioè / Cerere e Bacco”. E proprio i profili delle due divinità romane, Cerere, dea della terra e della fertilità, nume tutelare dei raccolti, e Bacco, dio del vino, della vendemmia e dei sensi, sono presenti in due disegni nel Fondo (Inv. B 198-199)[2]. Il secrétaire per il quale questi progetti sono stati utilizzati, o messi a punto ad hoc, si conserva oggi a palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano. Il motivo decorativo con canestra è tradotto a intarsio sull’anta a calatoia, i profili delle due divinità sulle due portine inferiori. Anche i fianchi riportano, su due ordini sovrapposti, cartelle finemente intarsiate. Per i pannelli superiori Maggiolini utilizza un progetto, presente nel Fondo in due versioni (Inv. B 180, B 589)[3], con girali fogliacei e un vaso sulle cui anse poggiano due farfalle. La prima versione riporta la data 1796, mentre nella seconda, in un appunto sull’angolo superiore sinistro, l’intarsiatore raccomanda, forse ai propri collaboratori, di impiegare questo disegno assieme a un pendant destinato ai pannelli inferiori, perché l’insieme risultava “d’ottimo effetto”. Di quest’ultimo, un tanto esile quanto aggraziato cespo fogliaceo, non si conserva però alcun documento nel Fondo dei disegni di bottega.

Si tratta di un mobile che presenta notevoli affinità con un altro secrétaire oggi conservato presso gli uffici della soprintendenza in Palazzo Reale a Milano, già esposto in occasione della mostra commemorativa del 1938[4], nonché con un secondo reso noto da Clelia Alberici[5], e con un terzo con il quale condivide alcuni dei modelli delle tarsie comparso a Milano nell’ottobre 2022 in una vendita della casa d’aste Il Ponte. Nonostante alcune lievi differenze la struttura dei tre arredi è la medesima, salvo in alcuni minimi accorgimenti tecnico-esecutivi nell’organizzazione dell’ampio vano centrale. Anche sul piano ornamentale, identica appare la scelta dei legni utilizzati come l’oscuro palissandro venato come fondo per la stesura degli intarsi, bois de rose, bosso e acero per le semplici e tipiche bordure delle ante, tanto che la resa cromatica dell’insieme presenta una significativa continuità. Mai del tutto dissimili appaiono persino i piedi, sempre torniti, scanalati e intarsiati al colletto con chiare tessere in legno di bosso.
Degna di nota è certo la non comune documentazione grafica utilizzata per le tarsie del secrétaire di cui si scrive, databile con precisione in virtù delle iscrizioni presenti sui disegni tra il 1796 e l’aprile dell’anno successivo. Questo permette di collocarlo nel corso di questi anni, dopo la fuga dell’arciduca Ferdinando avvenuta nel maggio del 1796 e l’ingresso del generale Napoleone Bonaparte a Milano, quando la Lombardia entrò a far parte della Repubblica Cisalpina.


[1] G. Beretti, A. Gonzáles-PalaciosGiuseppe Maggiolini. Catalogo ragionato dei disegni, Milano 2014, pp. 308-309 [2] Ibidem, p. 138 [3] Ibidem, pp. 134, 204 [4] Mostra commemorativa di Giuseppe Maggiolini, catalogo della mostra (Milano, Museo di Milano, novembre / dicembre 1938), Milano 1938, pp. 45-46, scheda 79, tav. XXXVI [5] C. Alberici, Il mobile lombardo, Milano 1969, p. 180

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