Gilles Marie Oppenord, un documento poco noto

Il letto da parata che Johan Paul Schor disegnò nel 1663 per la nascita del figlio del conestabile Colonna, capolavoro degli allestimenti della Roma Barocca, è noto agli studi grazie ad una stampa incisa da Pietro Santi Bartoli (1635-1700). Stampa rara, di cui se ne conoscono solo tre copie (Berlino, Kunstbibliothek; Roma, Gabinetto Nazionale dei disegni e delle stampe; Stoccolma, Biblioteca Reale). Vi si vede una sorta di cocchio formato da due valve di conchiglia trainato da ippocampi cavalcati da sirene, coronato da un grande baldacchino formato da un drappo di broccato retto da amorini in volo.
Questo apparato effimero dovette sopravvivere nell’alcova di palazzo Colonna a lungo, almeno sino al 1692 quando giunse a Roma il giovane Gilles Marie Oppenord (1672-1742), per un soggiorno di studio nel corso del quale il giovane decoratore ebbe modo di vedere e disegnare le cose che più lo interessarono, fissandole in un taccuino oggi conservato presso il Département des Arts graphiques du Louvre (Inv. RF 35698, 100).
Oppenord ebbe dunque modo di vedere, tra il 1692 e il 1698, anche quest’opera famosa opera di Schor, traendone un’immagine più realistica di quella dell’incisione. Al foglio 48 (recto) Oppenord, efficace disegnatore di architetture e ornati, con un segno forte acquerellato in grigio rappresenta fedelmente metà di questo apparato – senza il prezioso paramento, a quell’epoca evidentemente rimosso. La macchina scenica, probabilmente in cartapesta e legno intagliato e dorato, occupa per intero l’alcova, incorniciata da un vero e proprio boccascena chiuso lateralmente da colonne con capitelli Jonici e superiormente da tre arcate su cui amorini reggono un lungo festone.

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