Un “secrétaire ricco” verso il 1798

Disegnatore della bottega di Giuseppe MaggioliniVaso affiancato da due grifoni. Grafite, penna e acquerello su carta bianca, mm. 246×267. Milano, Gabinetto dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano, Raccolta Maggiolini, Inv. B 576

Nel novembre del 1938 inaugurò a Milano, nelle sale di Palazzo Sormani, la prima mostra dedicata a Giuseppe Maggiolini: a duecento anni dalla sua nascita, la consacrazione in età moderna dell’Intarsiatore delle Loro Altezze Reali.
Tra gli oltre cento arredi esposti, per lo più provenienti da collezioni private, cinque appartengono alla tipologia del secrétaire, chiamati “stipi” nel catalogo dell’esposizione.
Al numero 80, corrispondente alla tavola 37, è un secrétaire allora di proprietà del nobiluomo milanese Agostino Lurani[1]. E’ un mobile ricco, caratterizzato da intarsi in legni chiari che spiccano su oscuri fondi di palissandro, tutti di bel disegno e ben documentati nel Fondo Maggiolini presso le Civiche Raccolte del Comune di Milano.

Giuseppe Levati, Monogramma FN.
Grafite, penna e acquerello su carta bianca, mm. 244×237. Milano, Gabinetto dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano, Raccolta Maggiolini, Inv. B 112

Sul fronte del mobile, l’anta superiore a calatoia ospita un grande medaglione entro il quale un fascio di spighe e un nastro arrotolato formano le lettere F N, unite da una serpe avviluppata. Maggiolini traduce fedelmente in tarsia un disegno di bella invenzione (Inv. B 112)[2] eseguito e firmato da Giuseppe Levati (1739-1828). Foglie d’acanto che si sviluppano rigogliose in ampie volute e mazzi di fiori racchiudono la riserva circolare. Si tratta di un motivo decorativo derivato, con alcune variazioni, da un secondo disegno (Inv. C 98)[3] anch’esso attribuibile a Levati.

Sulle ante dei due sportelli inferiori mensole centrate da mezzelune a vela sorreggono vasi ornati da festoni floreali i cui basamenti sono intrecciati alle code di due grifoni. Anche queste tarsie sono preparate in un bel disegno (Inv. B 576)[4], che non specifica i fiori, aggiunti come era consuetudine liberamente da Maggiolini.

Giuseppe Levati, Composizione decorativa. Grafite, penna e acquerello su carta bianca, mm. 319×445. Milano, Gabinetto dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano, Raccolta Maggiolini, Inv. C 98

Come il fronte, anche i fianchi sono ripartiti in due registri. Nei pannelli superiori vasi a due anse ornati da festoni floreali sono incorniciati da girali fogliacei. Si tratta ancora una volta della traduzione palmare di un disegno preparatorio (Inv. C 299)[5]. Delle tarsie eseguite sui pannelli inferiori, con motivi vegetali, non vi è invece traccia nell’intero fondo.

Disegnatore della bottega di Giuseppe MaggioliniIdea per la fiancata di un secrétaire, 1798. Grafite, penna e acquerello seppia su carta bianca, mm. 401×227. Milano, Gabinetto dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano, Raccolta Maggiolini, Inv. C 299

Sui pilastri trovano posto slanciate candelabre. Anfore, targhe, cornucopie sono intervallate da cespi d’acanto, motivi rinascimentali declinati secondo il nuovo gusto neoclassico. Anche queste tarsie derivano con assoluta precisione da un disegno presente nel Fondo (Inv. C 243)[6].
Non vanno poi dimenticati altri due disegni (Inv. A 380, A 408)[7], utilizzati da Maggiolini per le tarsie che decorano le traverse: quella superiore con girali fogliacei centrati da un’anfora e quella inferiore con una catena a maglie floreali.
Anche ai piedi Maggiolini pone particolare attenzione. Torniti a tronco di cono e scanalati presentano colletto e puntale intarsiati.

Si tratta di un mobile di particolare ricchezza, la cui messa a punto fu particolarmente accurata, come dimostrano i sette disegni preparatori, tutti di bella qualità, riconducibili a Giuseppe Levati. Uno di essi (Inv. C 299), utilizzato per le tarsie dei fianchi, reca l’iscrizione “Fian.co segret.re Alto / rico Cas. 98 8b”. E’ una precisa indicazione, che permette di collocare l’esecuzione del mobile nell’ottobre del 1798. Purtroppo non abbiamo notizie sul facoltoso committente, di cui conosciamo solo le iniziali F N.


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