Una coppia di commode (già) a Villa Carlotta

Giuseppe Maggiolini, Coppia di commodes, 1805-1808
Fusti in legno di noce, abete e pioppo intarsiati in palissandro, bois de rose, noce, bosso, acero, acero tinto verde, frassino, pero, ciliegio e altri legni non correttamente identificabili. Cm 90x125x60
Già Tremezzo, Villa Carlotta (Deposito Palazzo Reale di Milano)

Bibliografia:
Mostra commemorativa di Giuseppe Maggiolini, catalogo della mostra (Milano, Museo di Milano, novembre / dicembre 1938), Milano 1938, p. 35, Tav. XV
G. MorazzoniIl mobile intarsiato di Giuseppe Maggiolini, Milano 1953, Tav. VII
H. Honour, I grandi mobilieri, Milano 1969, p. 165
G. BerettiGiuseppe e Carlo Francesco Maggiolini, l’officina del Neoclassicismo, Milano 1994, pp. 126-129

Nel 1938, a Palazzo Sormani, tra i mobili esposti per la mostra commemorativa di Giuseppe Maggiolini compare una coppia di commodes caratterizzata da un equilibrio trattenuto tra il delicato cromatismo della tavolozza e la rigorosa impostazione architettonica d’insieme[1].
Si tratta di arredi le cui tarsie, tutte eseguite su fondi bruni di palissandro, sono ben documentate nel Fondo Maggiolini presso le Civiche Raccolte d’Arte del Comune di Milano.

Allegoria dell'amore Giuseppe Maggiolini
Disegnatore della bottega di Giuseppe Maggiolini, Allegoria dell’Amore, 1805 ca. Grafite, penna e acquerello su carta grigia, mm. 312×457. Milano, Gabinetto dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano, Raccolta Maggiolini, Inv. C 195


La grande anta del fronte, che una volta sollevata rientra nel corpo del mobile rendendo così disponibili i due grandi cassetti interni, reca al centro l’Allegoria dell’Amore, con le armi di Cupido appese a mo’ di panoplia tra una ricca ghirlanda di fiori e ampi girali fogliacei. Si tratta della fedele traduzione a intarsio di due disegni presenti nel Fondo (Inv. C 195-196)[2]. Il secondo reca le iscrizioni “Eseguito p. la Sig.ra D.na Marietta / Bianchi nata Patuzzi”, “Da conservarsi / 1808 8bre”.
I fianchi riportano al centro la faretra legata, con un nastro svolazzante, a due archi dalla corda spezzata. Di questa tarsia si conserva il disegno corrispondente (Inv. B 360) recante l’iscrizione “Le 4 Spalle della Sposa Baldini 8b.re 1805”[3].

Faretra per tarsia Giuseppe Maggiolini
Disegnatore della bottega di Giuseppe Maggiolini, Faretra fra archi e nastri, 1805 ca. Grafite, penna e acquerello su carta bianca, mm. 361×261. Milano, Gabinetto dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano, Raccolta Maggiolini, Inv. B 360


Il piano presenta un’ampia cartella semplicemente delimitata da una doppia filettatura ombreggiata, al centro della quale è posto, in una mandorla finemente incorniciata, un rosone tratto da quel repertorio di bottega costituito dal volume Manuale di vari ornamenti tratti dalle fabbriche, e frammenti di antichi ad uso comodo di pittori, scultori architetti…, parte del Fondo dei disegni di bottega.
Infine è il bel fregio fogliaceo posto sul primo cassetto del fronte e sulle corrispondenti fasce laterali. Anche questo motivo è rintracciabile in un foglio (Inv. A 361) recante l’iscrizione “1805 Sciffoni Baldini”[4].
Del tutto particolare risulta la fascia sottopiano, sviluppata in un sottile gioco di riporti che danno un diversificato rilievo a fondi, cornici e bordure, il tutto risolto in un minimo spessore plastico nello spazio delimitato dalla mensola.
Singolari appaiono poi i pilastri d’angolo che diventano lesene concluse superiormente da un’elegante mensola intarsiata di raccordo al piano ed inferiormente da uno slanciato piede tornito e scanalato.

Le due commodes, provenienti dal Palazzo Reale di Milano, per molti anni esposte presso Villa Carlotta a Tremezzo, sono state oggetto di furto nel 1995 e mai ritrovate. Recavano le stampigliature e le iscrizioni degli inventari di Palazzo Reale dall’epoca napoleonica sino ai primi anni del Novecento. Anche se non compaiono elementi squisitamente Impero si tratta di arredi dall’architettura già rigorosa, caratterizzati da severe tarsie poste su ampie campiture dove scompaiono il cromatismo e la più ricca decorazione di epoca arciducale. I disegni citati, i più prossimi alle tarsie utilizzate per questi arredi, recano date tra il 1805 e il 1808, confermando l’ipotesi che i due mobili oggi perduti furono eseguiti per il riarredo napoleonico del Palazzo Reale di Milano nel corso del primo decennio del XIX secolo.
Va infine ricordato un comodino, già pubblicato da Giuseppe Morazzoni alla tavola XX del volume Il mobile intarsiato di Giuseppe Maggiolini, che presenta alcune affinità sia di ordine architettonico sia di ordine decorativo con questa coppia di mobili, tanto che si potrebbe ipotizzarlo parte di un’originaria fornitura comprendente le due commodes già a Villa Carlotta[5].

Fregio per tarsia Giuseppe Maggiolini
Disegnatore della bottega di Giuseppe Maggiolini, Fregio con foglie d’acanto stilizzate, 1805 ca. Grafite e penna su carta bianca, mm. 57×213. Milano, Gabinetto dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano, Raccolta Maggiolini, Inv. A 361

[1] Mostra commemorativa di Giuseppe Maggiolini, catalogo della mostra (Milano, Museo di Milano, novembre / dicembre 1938), Milano 1938, p. 35, Tav. XV [2] G. Beretti, A. Gonzàlez-PalaciosGiuseppe Maggiolini, Catalogo ragionato dei disegni, Milano 2014, pp. 290-292 [3] Ibidem, p. 164 [4] Ibidem, p. 77 [5] G. MorazzoniIl mobile intarsiato di Giuseppe Maggiolini, Milano 1953, Tav. XX

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