La replica di una commode del 1783

Commode Giuseppe Maggiolini

Giuseppe MaggioliniCommode, post 1783
Fusto in legno di noce e abete intarsiato in mogano, palissandro, ulivo, acero, bosso e altri legni non correttamente identificabili. Piano in marmo non pertinente. Cm. 93,5x146x64
Già Christie’s, New York 27 settembre 2000 (lotto 474)

È il 27 settembre 2000 quando presso la Casa d’Aste Christie’s compare una commode, forse originariamente parte di una coppia, eseguita da Giuseppe Maggiolini. Si tratta di un mobile quanto più prossimo a un progetto (Inv. E 20)[1], in scala 1:1, conservato presso il Fondo dei disegni di bottega, che reca sul verso l’iscrizione “Monza 1783”. È sorprendente quanto questo arredo ne costituisca una fedele riproduzione, compresa la composizione della facciata e la costruzione architettonica dell’elemento piede-lesena che rappresenta senza dubbio il dettaglio più innovativo e interessante. Particolarmente affascinante è infatti il piede “alla greca”, non unico nell’opera di Maggiolini, così immaginato dal disegnatore: si potrebbe trattare, vista la qualità del progetto, di Giuseppe Levati.
A differire è la costruzione del fronte: nel progetto è costituito da un’unica grande anta secondo quel meccanismo che una volta sollevata rientra nel corpo del mobile, rendendo così disponibili i due grandi cassetti interni. La commode presenta invece due semplici cassetti.

Commode Giuseppe Maggiolini
Disegnatore della bottega di Giuseppe Maggiolini (Giuseppe Levati ?)Studio per il fronte di mezzo cassettone, 1783. Grafite, penna e acquerello su carta bianca, mm. 806×700. Milano, Gabinetto dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano, Raccolta Maggiolini, Inv. E 20

È da notare come la commode riproduca fedelmente quasi tutte le scelte compositive suggerite nel disegno, come la cartella al centro del fronte, modanata, anch’essa “alla greca”. All’interno è intarsiata un’architettura all’antica, derivata dalle Antichità di Ercolano, per la quale Maggiolini utilizza un disegno oggi conservato presso il Fondo (Inv. C 181)[2].

Progetto per tarsia Giuseppe Maggiolini
Disegnatore della bottega di Giuseppe MaggioliniDecorazione architettonica all’antica, 1780 ca. Grafite, penna e acquerello su carta greggia, mm. 238×459. Milano, Gabinetto dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano, Raccolta Maggiolini, Inv. C 181

Identici sono i dadi di raccordo con fiori compressi e la decorazione alla sommità delle lesene, con una cornice a rilievo che racchiude un motivo ad anelli sovrapposti. Diversa invece appare la decorazione a intarsio delle lesene, della fascia ornamentale superiore e della catena inferiore. Nel progetto per le lesene sono pensate raffinate e complesse candelabre di certa ispirazione rinascimentale; la fascia superiore è centrata da un’aquila che regge l’estremità di un fiorito girale fogliaceo; una vera e propria greca corre lungo la catena inferiore. Nella commode questi motivi decorativi sono semplificati o sostituiti. Semplificati, con fregi a fogliette, dei quali non si conservano disegni preparatori, sono gli intarsi delle lesene. Presso il Fondo Maggiolini sono invece presenti gli studi per le decorazioni della fascia superiore (Inv. A 412)[3], con un motivo a catena che racchiude piccoli elementi floreali, e della fascia inferiore (Inv. A 415)[4] che vede intarsiato un nastro intrecciato.

Ornati Giuseppe Maggiolini
Disegnatore della bottega di Giuseppe MaggioliniBordure, 1780 ca. Grafite, penna e acquerello su carta bianca, mm. 100×104. Milano, Gabinetto dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano, Raccolta Maggiolini, Inv. A 412

È a questo punto chiaro che per quanto prossimi, progetto e commode, differiscono per qualità e complessità. L’iscrizione al verso del foglio, “Monza 1783”, fa ipotizzare a un originale progetto di arredo per la villa arciducale di Monza. La commode di cui si scrive deve invece essere considerata una replica autografa basata sul disegno preparatorio del 1783.

Nastro Giuseppe Maggiolini
Disegnatore della bottega di Giuseppe MaggioliniFregio con motivo a nastro intrecciato, 1780 ca. Grafite, penna e acquerello seppia su carta grigia, mm. 58×173. Milano, Gabinetto dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano, Raccolta Maggiolini, Inv. A 415

[1] G. Beretti, A. Gonzáles-PalaciosGiuseppe Maggiolini. Catalogo ragionato dei disegni, Milano 2014, p. 333 [2] Ibidem, pp. 287-288 [3] Ibidem, pp. 82-83 [4] Ibidem, p. 83

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