
Presso il Victoria and Albert Museum di Londra si conserva una coppia di tripodi in legno intagliato e dipinto, eseguiti per Sir Watkin Williams-Wynn, figura di rilievo nel panorama del mecenatismo artistico e musicale del XVIII secolo. I due arredi, concepiti come antichi cippi, o candelabri, furono realizzati su disegno di Robert Adam.
I due arredi erano parte di un complesso apparato decorativo destinato al numero 20 di St James’s Square, a Londra, una delle poche residenze progettate da Robert Adam nella capitale britannica giunte fino ai giorni nostri. È verosimile che i tripodi fossero originariamente collocati in coppia ai lati di uno specchio che ne riflettesse la luce potenziando l’effetto scenografico dell’ambiente. Dipinti in bianco e azzurro, in coerenza con la palette decorativa della sala da pranzo per la quale furono eseguiti, presentano un complesso impianto decorativo, con sfingi, teste di ariete, maschere, ghirlande e modanature. Si tratta di elementi ornamentali riconducibili a un linguaggio classicista di matrice archeologica che caratterizza molti degli arredi disegnati da Robert Adam.

Oltre a questa coppia se ne conosce un’altra, di disegno più semplice, oggi conservata alla Melbourne Art Gallery, anch’essa eseguita per l’arredo del medesimo ambiente. La residenza di Sir Watkin Williams-Wynn fu realizzata tra l’agosto del 1771 e l’agosto del 1774. Tre progetti di tripodi relativi alla sala da pranzo sono conservati nei volumi di disegni di Adam al Sir John Soane’s Museum di Londra: due di essi sono datati 26 aprile 1777 e recano l’intestazione a Sir Watkin; il terzo, privo di data e firma, presenta analogie più dirette con i due esemplari oggi al Victoria and Albert Museum.
L’estetica di questi piccoli arredi riflette chiaramente l’influenza di Giovanni Battista Piranesi, il cui stile monumentale e denso di suggestioni archeologiche aveva affascinato l’élite intellettuale britannica. Sir Watkin Williams-Wynn fu tra i più convinti estimatori dell’artista romano, al punto che Piranesi gli dedicò la raccolta Vasi, Candelabri, Cippi, Sarcofagi (1778). Non sorprende, dunque, che i due candelabri manifestino una spiccata ispirazione piranesiana, sia nella ricchezza decorativa sia nella composizione complessa, vicina all’horror vacui delle Diverse maniere d’adornare i cammini.
La fascinazione per l’immaginario piranesiano si estese anche ad altri progetti di Robert Adam, come dimostra la decorazione della Stanza etrusca di Osterley Park (1772–1778), in cui si ritrova la stessa densità ornamentale e lo stesso spirito antiquario. Come osservato da Alvar González-Palacios, l’effetto visivo generato da questa sovrabbondanza decorativa si ritroverà successivamente in celebri interni inglesi, tra cui la casa di Sir John Soane, dove l’eredità di Piranesi si traduce in una poetica spaziale di grande suggestione.